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Da anni nel canto si assiste al fenomeno del moltiplicarsi delle tecniche vocali. Queste tecniche, quasi tutte ispirate al meccanicismo foniatrico più datato, hanno una pretesa di scientificità che è paradossalmente smentita sul nascere dalla loro violazione dei principi primi della fisica acustica e della fisiologia. Il risultato è un canto forzato, faticoso e monocorde, frutto della moltiplicazione dei controlli muscolari diretti.
Al di sopra di queste forme inferiori di canto si pone il canto di alto livello dell’antica scuola italiana, che si basa al contrario sulla semplificazione degli elementi di controllo, sul rispetto dei principi funzionali di massima resa e minimo sforzo e ha come esito la purezza del suono, la risonanza libera, la facilità di emissione e la ricchezza coloristica, dinamica ed espressiva.
Demolire le impalcature pseudo-tecniche che sempre di più soffocano la voce, e ripristinare l’antica tecnica vocale italiana sono diventati al giorno d’oggi i due obiettivi più importanti che deve porsi ogni serio cantante e maestro di canto.


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